Le recenti inondazioni nei comuni di Sierre e Chippis hanno causato ingenti danni materiali e hanno messo in luce le gravi conseguenze della mancata attuazione della Misura Prioritaria (MP) Sierre-Chippis, prevista dal relativo Piano di Sviluppo (PA-R3). Questa misura, individuata già nel 2000, è stata concepita per proteggere le aree più vulnerabili dalle inondazioni del Rodano, in particolare nella regione di Sierre-Chippis, zona riconosciuta come area critica a causa dell'elevato livello di esposizione della popolazione e delle infrastrutture al rischio di inondazioni.
Il provvedimento, approvato dal Gran Consiglio nel 2008, prevedeva un allargamento di 30 metri del Rodano sulla riva destra, oltre alla riparazione e al rafforzamento delle dighe e all'innalzamento e all'ampliamento dei ponti ferroviari e stradali. Tuttavia, nonostante l'approvazione, il MP Sierre-Chippis non fu mai attuato. La misura si scontrò infatti con una ventina di ricorsi e con il parere negativo di alcuni dipartimenti. Gli ostacoli sono stati causati anche da sovrapposizioni di basi giuridiche e interessi contrastanti, come la protezione dell'ambiente, la tutela del patrimonio e i vincoli di sicurezza. Inoltre, i persistenti disaccordi tra il Canton Vallese e la Confederazione hanno contribuito alla stagnazione del progetto. Nel corso degli anni, sono state accampate varie giustificazioni per spiegare la mancanza di progressi nel progetto: vincoli di bilancio, complessità tecniche, disaccordi tra i livelli amministrativi e mancanza di volontà politica.
Nel 2015, la Confederazione ha richiesto ulteriori studi sulle varianti di ampliamento, questa volta sulla sponda sinistra, che hanno portato ad un ulteriore rallentamento del progetto. Nel frattempo, sono rimaste irrisolte questioni fondamentali come la bonifica degli argini inquinati e la conservazione delle ville protette di Alusuisse. Di conseguenza, per nessuno dei principali ostacoli individuati è stata trovata una soluzione, mentre i rischi noti fin dai primi anni 2000 si sono concretizzati con le recenti alluvioni.
Questo susseguirsi di ostacoli ha avuto conseguenze disastrose per i comuni di Sierre e Chippis, nonché per i residenti e le imprese locali. Alla luce di questa situazione, si propone ora di istituire una commissione parlamentare d'inchiesta (CPI). Il compito della Commissione sarebbe quello di fare piena luce sugli eventi che si sono verificati a partire dal 2008, di determinare le responsabilità dei vari attori coinvolti e di formulare raccomandazioni per evitare che tali situazioni di stallo si ripetano in futuro.
Gli obiettivi sono molteplici. In primo luogo, individuare le ragioni per cui il MP Sierre-Chippis non è mai stato attuato. Ciò significa determinare quali attori (politici, amministrativi, tecnici, pubblici o privati) hanno contribuito al ritardo o all'abbandono di questa misura prioritaria. La Commissione dovrà anche esaminare eventuali carenze istituzionali nel monitoraggio della situazione e valutare se altre procedure, come le autorizzazioni per la costruzione di ponti o la bonifica di siti inquinati, abbiano avuto un ruolo in questi ritardi. Inoltre, dovrà rispondere ad alcune domande cruciali: sarebbe stato possibile intervenire tempestivamente per mettere in sicurezza i ponti, chiaramente identificati come a rischio fin dal 2000, in attesa di risolvere le altre controversie? Agire in anticipo avrebbe contribuito a limitare i danni causati dalle recenti alluvioni?
In secondo luogo, la CPI sarà chiamata a collocare il MP Sierre-Chippis in un contesto più ampio, quello del progetto Rodano 3, ossia la terza correzione del Rodano. Se i blocchi sul tratto Sierre-Chippis sono emblematici, non sono però gli unici. La Commissione dovrà stabilire se i ritardi osservati in questa regione sono legati a ostacoli più generali che riguardano il progetto Rodano 3 nel suo complesso.
Infine, la Commissione dovrà formulare raccomandazioni concrete per il futuro, per garantire che tali situazioni non si ripetano in futuro nel processo di messa in sicurezza del Rodano. Queste potrebbero includere un miglioramento delle procedure di monitoraggio e sorveglianza del progetto, nonché un migliore coordinamento tra i vari dipartimenti cantonali e tra il Cantone e la Confederazione.