Inutile negarlo. C’era, rientrando dalle vacanze, una certa curiosità nel percorrere l’A13 da Zurigo a Bellinzona via San Bernardino. Era il 30 settembre: nubi basse a Zurigo, sole e colori autunnali tra Bad Ragaz-Coira-Splügen, poi, all’uscita dal tunnel a San Bernardino Villaggio, nebbia bassa e fitta. Visibilità ridotta quasi a zero. Dagli 80 chilometri orari concessi in galleria, inevitabile scendere ai 40-50. Gli occhi sono inchiodati sulle intermittenze di rosso che segnalano il ripetuto uso dei freni dell’auto che precede la nostra. La mente, intanto, lascia che scorrano nella memoria le immagini proposte da siti web e televisioni all’indomani di quella notte di inizio estate, con la Mesolcina sfigurata da quel temporale che, con case e strade, si portò via anche le vite di quattro persone, modificando profondamente quelle di moltissime altre. Tra le tante vite cambiate, stravolte per sempre, c’erano - e ci sono - quelle di Alessia e Gianluca Butz, figli di Laura e Paolo.
La loro storia s’impose all’attenzione della Svizzera italiana grazie all’iniziativa dello “Shark Team 2000”, associazione impegnata nel favorire esperienze e conoscenze nell’ambito del nuoto integrato e le cui attività sono aperte a tutte le persone con disabilità cognitive e a bambini normodotati fino all’età di 14 anni, senza distinzione di classe, ideologie e religione. Fu Katya Rosselli-Marchetti, responsabile tecnico dell’associazione che, d’accordo con il Comitato, già all’indomani del disastro, lanciò una raccolta fondi: “Alessia è sempre pronta ad aiutare il prossimo! Ora tocca a noi darle una mano. Potete farlo a questo indirizzo (…)”. Obiettivo dichiarato: garantire ad Alessia, la volontaria gentile e sorridente dello “Shark Team 2000”, e al fratello Gianluca la possibilità di affrontare la vita con un minimo di tranquillità (almeno materiale), proseguendo gli studi e coltivando i rispettivi interessi.
Sono passati più di tre mesi da quel giorno e l’estate ha lasciato il posto all’autunno. Scendendo dal San Bernardino qualche segno di quella notte apocalittica c’è ancora: l’entrata nord per Mesocco che resta vietata ai mezzi pesanti; il muraglione di pietre che costeggia l’A13; le rocce e i sassi che riempiono il canalone dove, un tempo, c’era la casa della famiglia Butz (e anche quella della famiglia Bianchi). La percezione, però, è quella di una normalità ritrovata. E la raccolta fondi? “La stiamo chiudendo proprio in questi giorni – ci dice Katya Rosselli-Marchetti -. Abbiamo faticato un po’ perché noi di ‘Shark Team 2000’ abbiamo promosso la raccolta, ma fungevamo da intermediari tra coloro che hanno aderito all’azione e i destinatari finali, ovvero Alessia e Gianluca. Adesso però le cose si stanno sistemando e a giorni i due fratelli riceveranno, in parti uguali, quanto 2100 persone hanno donato loro”. Ci sono emozione, soddisfazione e anche incredulità nella voce della signora Katya quando ci dice che i due fratelli potranno contare su 220’650.13 franchi (in totale sono stati raccolti 227'890 franchi ai quali però va dedotta la percentuale dovuta al sito che ha ospitato la raccolta fondi). “Questa raccolta fondi, nata in un momento drammatico e triste per la vita del nostro Paese, ci ha permesso di scoprire un mondo fatto di persone che credono ancora nel potere della solidarietà, della vicinanza, della condivisione”. Le sue parole non fanno che confermare quelle di Alessia, intervistata da Davide Paggi per la RSI: “(…) Ci tengo tanto a ringraziare tutte le persone che, in generale, ci hanno aiutato. Non solo finanziariamente attraverso le raccolte fondi, ma anche solo con una parola gentile quando serviva, con un passaggio in auto… C’è anche chi ci ha fatto la spesa… (…)”.
Adesso Alessia e Gianluca non vivono più in Mesolcina. Sono tornati ad abitare nel Bellinzonese. “Hanno trovato una casa – prosegue Katya Rosselli-Marchetti – e questo è importante. Poi sia Alessia, sia Gianluca, in questi mesi hanno tirato fuori il meglio di loro stessi per affrontare questa situazione oggettivamente difficile e hanno ripreso in mano le loro esistenze dimostrando una grande capacità di adattamento. Alessia continua a svolgere anche il suo ruolo di volontaria allo ‘Shark Team 2000’, Gianluca sta proseguendo la sua formazione con un nuovo apprendistato, da gommista a meccanico. Tutto ciò non può però farci dimenticare che il momento è e resta particolarmente delicato. Certo, noi siamo contenti di essere riusciti a raccogliere fondi che permetteranno a questi due ragazzi di avere una buona base di ripartenza, ma… siamo anche convinti che la solidarietà e l’empatia dovranno continuare ad avere un ruolo centrale”. C’è qualcuno che li affianca? “Sì, certo – risponde la signora Katya -. Oltre allo zio che funge da curatore, c’è un fiduciario che aiuterà sia Alessia, sia Gianluca a gestire al meglio gli aiuti che hanno ricevuto. Noi, adesso, usciamo di scena. Siamo contenti del risultato ottenuto e, nonostante alcune difficoltà riscontrate nel gestire quest’esperienza di una raccolta fondi online (per noi una vera novità), siamo felici di aver promosso quest’iniziativa. Poi, anche a nome di tutto il Comitato dello ‘Shark Team 2000’, voglio ringraziare coloro che hanno partecipato a quest’azione di aiuto e sostegno. Sa cosa mi ha impressionato maggiormente?... Il 90% delle persone che ha effettuato la propria donazione l’ha fatto in forma anonima”. Sì, è bello poter constatare che, nel nostro Paese, ci sono ancora persone gentili.